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Il cane di mannara o cane da pastore siciliano o mastino siciliano è un'antichissima razza canina originaria della Sicilia, da sempre adibito alla guardia delle greggi e della masseria. Il suo nome deriva dal termine mànnara (o mànnira), che in siciliano indica la mandria.

Cane di mannara
Nome originale Cane di mannara, Pastore siciliano, Cane pecoraio siciliano, Cani pecurariscu, Cane di mannera o di mannira
Origine  Italia
Altezza al garrese da 55 a 68 cm
Peso ideale da 35 a 60 kg
Razze canine

È una razza riconosciuta dal 2017 dalla FCI, facente parte del gruppo delle razze italiane canine estinte o in via di estinzione; infatti, esistono ancora pochi esemplari originali in isolate aziende zootecniche dei monti dell'interno della Sicilia: Nebrodi e Madonie.

Nell'inteso significato comune pastorale e contadino "u cani 'i mànnira" denominato in passato in alcune parti della Sicilia "bastarduni" (anche per via del carattere burbero nei confronti degli estranei) era considerato ignorantemente da alcuni un cane non di razza, cosa che ha comportato nel tempo l'abbandono di tale razza specialmente con l’arrivo in Sicilia e presso le masserie di nuove razze da pastore più rinomate, riconosciute e di moda anni addietro. Anche se in generale i vecchi pastori e contadini ricordano molto bene il Cane di Mànnara come una razza a sé e con caratteristiche comportamentali, fisiche e di rusticità decisamente superiori e in auge rispetto ad altre razze di cani da pastore e/o molossoidi da pastore intromesse negli anni in Sicilia.[senza fonte]


Storia


Foto storica di cani di mannara
Foto storica di cani di mannara
Foto storica di cane di mannara
Foto storica di cane di mannara
Transumanza e aplotipi delle razze da pastore italiane.
Transumanza e aplotipi delle razze da pastore italiane.

Cane molto antico, appartenente al ceppo molossoide; le cui origini sembrano risalire all'età del bronzo. È considerata la razza italiana più antica insieme al Cirneco dell'Etna. Fonti suggeriscono la stretta somiglianza con il Cane da pastore greco.[1]

La prima citazione, ad un cane di tipo molossoide simile al cane di mannera, è negli scritti di Ninfodoro di Siracusa (IV - III secolo a.C.), così come riferisce l'erudito e filosofo romano grande conoscitore della lingua greca classica Claudio Eliano (circa 170 – 235 d.C. Questi scrive, nel suo: De natura animalium, di cani sacri presenti numerosi nei pressi del tempio di Adrano e del suo boschetto, che «… superano in grandezza e bellezza i cani molossi.». E ancora «… senza fare alcuna distinzione tra stranieri o persone del luogo. Diverso è il loro comportamento durante la notte, quando essi accompagnano con grande benevolenza, a guisa di guida e scorta, quelli già ubriachi e coloro che non si reggono in piedi lungo il cammino, riconducendoli ciascuno alla propria casa. Fanno però espiare il giusto castigo a coloro che, nell'ubriachezza commettono empietà: Difatti li assalgono e lacerano la loro veste, e tal punto li fanno rinsavire. Ma sbranano in maniera crudelissima coloro che provano a rubare.».

È interessante notare il comportamento di questo cane, così come descritto, con il comportamento dei più tipici cani da pastore[2].

Si hanno notizie concrete della sua esistenza in alcuni libri popolari di Luigi Natoli quali I Beati Paoli o La vecchia dell'aceto[3].

Si tratta di una razza che subisce pesantemente il problema della non selezione e del non riconoscimento da parte di alcun ente cinofilo. La sua conservazione, da secoli, è stata affidata ai pastori siciliani, che ne hanno preservato, almeno fino al 1935, le sue tipicità morfologiche, caratteriali e attitudinali.

Nel 1935, con la scomparsa ufficiale del lupo dalle terre siciliane, inizia la decadenza inesorabile per questa antica razza, che subisce negli anni anche la moda dei cani "esteri", con cui spesso è stata incrociata. Il fatto che non vi sia stato un tempestivo riconoscimento ufficiale della razza ha reso sì che le possibilità di recuperarla si sia ormai ridotta ad una speranza di difficile realizzazione.


Descrizione


Cane di mannara
Cane di mannara
Le 23 Razze italiane note, tra cui il cane di mannara, delle 14 razze canine italiana riconosciute a livello internazionale
Le 23 Razze italiane note, tra cui il cane di mannara, delle 14 razze canine italiana riconosciute a livello internazionale

È esclusivamente un cane da lavoro, resistente alle malattie e agli sbalzi termici tipici della Sicilia, perfettamente adattato alla vita delle campagne siciliane poco adatto ad una vita sedentaria e in un condominio.

I pochi esemplari di cane di mannara ancora esistenti sono il frutto di una selezione che nei secoli ha privilegiato le doti pratiche e funzionali piuttosto che quelle estetiche.

La sua struttura fisica è di tipo: sub brachimorfo, occhi in posizione sub frontale, orecchie attaccate in altezza media, piccole in proporzione alla testa, assi cranio facciali paralleli, groppa alta rispetto al garrese, taglia grande, pelo da ondulato a molto ondulato o quasi riccio, di lunghezza medio-lunga, colore del mantello nero, nero focato, tricolore, grigio, fulvo, marrone, nero e bianco, nero mogano. Negli unicolori di cui sopra e anche unitamente alla focatura, il bianco è spesso presente in gola, muso e lisca facciale, petto, collare, arti, zampe, punta della coda (cosiddetta monaca), sempre nel bianco sono sovente presenti in forma più o meno intensa punteggiature dello stesso colore del mantello. Coda a scimitarra o portata alta ricadente sulla groppa, quasi sempre sono presenti gli speroni semplici o doppi agli arti posteriori. Carattere diffidente ma equilibrato.

Nel 2014 l'ENCI (Ente nazionale di cinofilia italiana) ha concesso il Registro Supplementare Aperto (R.S.A.) per la razza denominandola Mastino Siciliano ed ha autorizzato raduni riconosciuti dall'ente stesso per l'iscrizione dei soggetti capostipiti.


Note


  1. Il cane di Mannara, su K9 Uomini e Cani. URL consultato il 22 agosto 2021.
  2. www.canitalia.it (PDF), su canitalia.it. URL consultato il 7 agosto 2010.
  3. Molosserworld's Cane Di Mannera History Page, su molosserdogs.com. URL consultato il 21 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015).

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


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